venerdì 24 aprile 2009

Poesia per un amico

Ricordando il Bucero


Bucero chiaccherone … kruk … krik…
Mi beccavi la schiena come per grattarla.

Buttavi in giro i miei sandali,
Giocandoci, trascinandoli, spingendoli come un trattore.

Ora sei morto, sei andato via lasciandoci,
essendo atterrato su un trasformatore ad alta tensione.

Con la zampa bruciata, il tuo ultimo respiro,
Con cui nessun urlo di pavone poteva mai competere.

Alla notizia, il cuore di tutti coloro che ti hanno conosciuto
si è fermato per un attimo.
Non importa come o dove, chiunque muoia
avendo vissuto in maniera virtuosa non può intristire nessuno.

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