lunedì 5 aprile 2010

I monaci della foresta

Monaci silvestri nei monasteri della foresta, 
( prima parte)
Di Buddhadasa Bhikkhu

Oggi parlerò dei “monaci silvestri nei monasteri della foresta”. Un simile argomento è facile da ricordare e da comprendere. È un argomento chiaro e lineare. Siccome vi rimane solo un mese prima della fine del ritiro delle piogge, penso che voi dobbiate provare a vivere come dei “monaci silvestri nei monasteri nella foresta”in maniera completa, almeno per un po’.
Troverete questa esperienza di grande beneficio, soprattutto quando sarete tornati a casa, perché vi farà sentire più a vostro agio ed adeguati.

Anche i laici dovrebbero avere una minima conoscenza di cosa siano i “ monaci silvestri dei monasteri nella foresta.”
Queste parole potrebbero sembrarvi poco attraenti, ma il Buddha e gli Arahants ( i perfetti) vivevano proprio in questo modo. Per favore, cercate di comprendere che in origine tutti i templi, i monasteri e le comunità di pratica erano localizzati al di fuori delle città e dei villaggi. Nessun monastero esisteva all’interno delle mura cittadine. Erano monasteri nella foresta, nel vero senso della parola.

Parlare di monaci silvestri può sembrare arduo, perché il termine selvaggio (wild) può avere anche connotazioni negative. In questo contesto il termine selvaggio è utilizzato in opposizione al termine città. I templi dei villaggi ed i monaci di città sono l’opposto dei monasteri della foresta e dei monaci silvestri. Comprendete il significato di “monaci silvestri” meramente come opposto al termine “monaci di città.”

Prendiamo in considerazione il monastero di Suan Mokkh: è stato concepito come un monastero della foresta fin dal suo inizio.
I miei studi mi hanno fatto comprendere in profondità come visse il Buddha. Comprendendo come egli visse, volevo adottare uno stile di vita uguale al suo.
Così ho incominciato a sostenere lo stile di vita dei monaci della foresta. Quindi cominciammo a parlare di promozione della “Vipassana-dhura.” era un termine già in voga allora; la pratica in luoghi tranquilli ed isolati, come le foreste era chiamata “vipassana -dhura.”

Volevamo promuovere e rivitalizzare la vipassana-dhura, la pratica della meditazione, così pensammo a creare un luogo di pratica nella foresta.
Anche se ora il villaggio si sta avvicinando sempre più, possiamo comunque mantenere le condizioni tipiche di un monastero della foresta.

Per fare ciò, i monaci devono seguire uno stile di vita più a contatto diretto con la natura. Ciò significa essere “compagni” con la natura, nel sedersi e parlare, nel sedersi e nell’ osservare, sedersi ed ascoltare, insieme con la natura. Vivere come monaci silvestri vuol dire vivere natural-mente.
In passato, i monaci esperti e gli insegnanti definivano i monaci che vivevano nella foresta “monaci della natura”, mentre i monaci che vivevano nelle città come Bangkok erano chiamati “monaci dotti.”

Questo è solo un modo di dire, non c’è bisogno di sapere se è giusto o sbagliato:
“ monaci studiosi” e “ monaci contemplativi”. Noi siamo monaci contemplativi, e viviamo in armonia con la natura, a contatto con la natura, studiando la natura fino a che non realizziamo il nibbana, che rappresenta la quintessenza della natura.
Quindi, cercate di comprendere i termini “monastero della foresta” e “monaci silvestri” in questo senso.

Per favore, cercate di comprendere il significato essenziale di queste parole. In essenza, con “monastero della foresta” intendiamo “ lo stile di vita più semplice”, mentre “monaci della foresta” “vivere nella maniera più semplice”. Potete
mescolare questi due termini insieme, perché vogliono dire la stessa cosa.

Così, cercate di vivere nella maniera più semplice. Fino ad ora, non avete ancora vissuto nella maniera più semplice, anche se ci siete vicini. Provate a sistemare la cose da voi stessi, fino alla fine del ritiro delle piogge. Da adesso in poi, cercate di rendere la vostra vita ancora più facile. Più la vita è vissuta in maniera semplice, più diventa naturale; più è naturale, e meno opportunità vi saranno per il sorgere dell’ “io e del “mio”.
Così la vostra vita diventerà spontaneamente più bella e più in sintonia con lo stile di vita monastico.

Questo è un elemento molto importante. Vivi naturalmente, e la tua vita sarà realmente il Dhamma ( la legge naturale) ed il Vinaya ( la disciplina naturale) di per sé. Lo stile di vita in accordo con la natura è molto più vicino al nibbana che no lo stile di vita degli studiosi, perché il nibbana è di per sé lo stato naturale per eccellenza: naturalmente puro, chiaro e calmo.
Mantenere uno stile di vita che è in accordo con la natura aiuta a divenire più puliti, chiari e calmi.

Ora vorrei farvi comprendere che il principio generale di ciò che chiamiamo natura, la legge della natura, ed i frutti conseguiti mediante la pratica che è in accordo con la natura, sono la cosa più importante. Questo è il buddhismo, è
L’ essenza della religione che non necessita dell’appellativo di religione.
Sarebbe meglio definirla la “verità di natura” o la “verità naturale”.

Cercate di non rimpiangere alcunché. Non rimane molto tempo, così non perderete molto.provate a mettere da parte gli agi ed le cosa piacevoli.
Fate esperienza di questo stile di vita naturale che naturalmente possiede un gran quantità di purezza, chiarezza e tranquillità.
Avete avuto abbastanza tempo per leggere, ascoltare i discorsi, e per studiare i fondamenti della vita monastica.
Da adesso in poi, cercate di comprendere quelle cose che produrranno un beneficio maggiore. Quando il ritiro sarà finito, avrete sviluppato una conoscenza che vi sarà di grande aiuto, ovvero: avrete una conoscenza sia generica che specifica, una conoscenza al contempo flessibile e precisa, fino al punto in cui comprenderete lo stile di vita del Buddha.

Quando parliamo del Buddha, non dimentichiamoci che Egli nacque all’aperto, si risvegliò all’aperto, realizzò il nibbana all’aperto, insegnò all’aperto, visse all’aperto in un alloggio che aveva il pavimento in terra battuta e così via.
.
Proviamo ad impegnarci in ciò il più possibile. Anche in questo momento, siamo seduti sulla terra, il che è molto diverso dal modo di sedere nei templi di città.
Loro si siedono su pavimenti di parquet, su stuoie, tappeti, in accordo alle condizioni di ciascun tempio. In alcuni templi vengono spesi molti soldi per coprire il pavimento con dei tappeti per l’eternità, così da potersi sedere nelle loro cappelle su dei tappeti.

Qui, noi sediamo sul sedile del Buddha, la terra. Questo esempio è per farvi capire cos’è la natura, com’è diversa rispetto alla vita di città, e come sono diversi i cuori di coloro che vengono a stare e ad interagire con la natura.

Ho cercato di fare del mio meglio a riguardo.
Agli albori di Suan Mokkh dormivo sulla terra; dormivo vicino ai fili d’erba per sentirne il profumo. Ho provato anche a dormire sulla spiaggia.
Quando poi ho incominciato a dormire nel kuti (capanna) che era stato appena costruito, allungavo il braccio fuori dalla finestra per toccare le piante che crescevano lì vicino. Questa sensazione, così diversa esprime bene l’idea di ciò che chiamiamo “ i monaci silvestri nei monasteri della foresta”

Tutto cambia: i sentimenti, la sensibilità, gli standards, i vostri possedimenti, tutto cambia da sé. Il cibo, gli alloggi, le vesti, il riposo, il sonno, i dolori e le malattie: tutto cambia in continuazione. Essi ci permettono di comprendere la natura più di quanto non abbiamo ancora provato a fare fino ad ora, fino a quando non ci saranno più problemi.

Le cose verso cui provavo paura sono tutte scomparse: la paura della solitudine stando in luoghi isolati, la paura degli spiriti, qualsiasi tipo di paura, non durava più di una settimana, svanendo gradualmente da sé.
Questo produceva uno stato mentale confortevole, rilassamento, ed altri risultati:
la mente diventa forte, agile, sottile e raffinata.
Così, qualsiasi cosa pensassi di fare, potevo farla meglio di prima. Decisi di venire nella foresta, che era meglio che stare in città.Non c’è paragone tra il vivere a Bangkok e il vivere qui.
Sono cose completamente diverse. Posso dire che qui c’è più capacità, più impegno , più tutto.
Uno può fare qualsiasi cosa, anche oltre le proprie aspettative e i propri limiti.
Che si tratti di scrivere libri, leggere, o riflettere, si può fare molto di più.
Viviamo nel modo più infimo dal punto di vista materiale e fisico, ma la mente va per la sua strada. Essa prenda una direzione più elevata, perché quando viviamo in semplicità la mente non viene risucchiata.
Il cuore è libero, così può elevarsi. Se dormiamo in maniera confortevole, come i ricchi, quel comfort si impadronirà del nostro cuore, intrappolando, così che non possa andare da nessuna parte, non possa scappare, rimanendo bloccato lì.
Così viviamo e dormiamo in condizioni umili, perché le cose umili non fanno presa sul cuore.
Vivete umilmente e la mente si eleverà, penserà a cose più grandi.
Vivendo semplicemente, che più semplice non si può, la mente potrà procedere solamente verso l’alto. E’ facile perché non abbiamo bisogno di caricare o scaricare la mente di alcunché.
La mente può essere normale e libera. È libera nei movimenti, riflessioni ed azioni. Così possiamo fare qualsiasi cosa liberamente in maniera originale.
Attraverso il potere della natura, non c’è alcun senso di trascuratezza, non possiamo sbagliare. Se la mente è attenta non ci saranno errori.
Quando la mente troverà una simile via d’uscita, sarà considerata liberata. Sapremo che la mente è indipendente, che non è intrappolata e costretta dalla delizia e dal piacere, dalla felicità e dal comfort degli occhi, orecchie, naso. Lingua, corpo e mente.



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