sabato 3 luglio 2010

Ego, egoismo, egocentrismo.



Il termine atta indica ciò che in latino si chiama 'ego'. La coscienza dell'Io è definita 'egoismo' in quanto, non appena sorge il senso dell'Io, segue inevitabilmente il senso del mio.

Il senso dell'io e delle cose sentite come appartenenti all'io, insieme, costituiscono l'egoismo. L'ego è visto come una componente naturale degli esseri viventi, il loro centro. L'ego si potrebbe inoltre rendere con 'anima', corrispondente al greco kentrom, 'centro'.
l'anima (atta) è considerata infatti il centro dell'essere vivente, il nucleo imprescindibile. Le persone comuni non possono perciò sbarazzarsi né prescindere dall'ego.
Ecco perché sperimentiamo senza tregua la dinamica dell'egoismo. Benché sia vero che non è continuamente in atto, si manifesta ogni volta che vine vista una forma, udito un suono, percepito un odore o un contatto, o pensato un pensiero. in ogni manifestazione dell'Io-mio possiamo vedere la globalità della malattia, indipendentemente dal contatto sensoriale che l'ha innescata. avviene il contatto, nasce l'io-mio e la malattia imperversa.
L'egocentrismo si è instaurato con prepotenza.
dalla percezione dell'egoismo si passa quindi all'espressione dell'egocentrismo: uno stato perturbato che induce false comprensioni, un modello di pensiero incentrato su se stessi senza considerazione per gli altri. Ogni azione è riferita a se stessi. Siamo in balia dell'avidità, dell'odio e dell' illusione. Esprimendosi come egocentrismo, la malattia danneggia noi stessi e gli altri. E' il più grande pericolo per il mondo. Gli attuali problemi e il disordine del mondo sono dovuti all'egocentrismo degli individui e delle fazioni che danno vita a gruppi in conflitto. Il conflitto non viene dal desiderio di lotta ma dalla coazione dell'egocentrismo, perché non si sa come controllarlo. Non sappiamo opporci al suo potere, ed ecco che si instaura la malattia. Il mondo è contagiato dal virus della malattia perché nessuno ne conosce la cura, cioè il cuore del Buddismo.
Tratto da: Il cuore dell'albero della Bodhi.

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