venerdì 21 maggio 2010

La malattia spirituale

La malattia spirituale è quell'infermità i cui agenti patogeni sono l'io e il mio, il noi e il nostro,che operano di continuo nella mente,si sviluppa prima il senso dell'io-mio; quindi,alimentato dall'egoismo trova espressione come avidità,odio e illusione,con tutti i problemi che causano in noi e negli altri.Questi sono i sintomi della malattia spirituale.
Tutti soffriamo della malattia dell'io-mio.Ogno volta che vediamo una forma,udiamo un suono,percepiamo un odore o entriamo in contatto con un oggetto,ogni volta che pensiamo in modo ignorante,ci esponiamo all'assalto dei virus.In altre parole, assorbiamo virus,che ci infettano e alimentano la malattia,ogni volta che si produce il contatto sensoriale.
Il virus è l'attaccamento.
Possiamo dividerlo in due categorie: attaccamento all'io e attaccamento al mio.
L'attaccamento all'io sta nel senso di essere un'entità distinta,questo o quell'individuo particolare.
Mio è ciò che sento appartenermi,che amo,che voglio.Ciò che invece odio diventa il 'mio nemico'.Ecco il mio.
L'avere o il crearsi un io e il senso del mio sono così pericolosi e velenosi che meritano la definizione di 'malattia spirituale'
Buddhadasa Bhikkhu

martedì 11 maggio 2010




Il libro della settimana:
Christianity and Buddhism
Buddhadasa Bhikkhu reinterpreta il Vangelo,
una rilettura in chiave Dharmica del nuovo testamento.

Il cuore del buddhismo

Non afferrarsi a nulla come io-mio è il modo più semplice e più universale di esporre la pratica buddista.La comprensione che nulla va considerato come io-mio ha vari livelli: Il primo livello è la conoscenza che viene dall'avere udito o letto questa proposizione. Viene poi la comprensione che sorge dal farne argomento di riflessione; Infine la visione profonda che sgorga dalla pratica. Quando la pratica sia diventata la nostra seconda natura,la visione profonda si consolida.Avidità,ira e illusione si sciolgono.Vediamo che l'enunciato(nulla va preso come io-mio)è il cuore del buddismo.Udirlo è udire l'intero insegnamento buddista.Praticarlo è praticare il buddismo nella sua interezza.Riceverne i benefici è ricevere i benefici di tutto il buddismo.

Buddhadasa


martedì 4 maggio 2010

sulla superstizione

"Più grande è il numero degli incensi e delle candele accese, più la superstizione aumenterà; volendo essere ottimisti, si tratta di buddhismo per bambini che si succhiano il pollice."

(Tratto da:Acharn Buddhadasa,-Hard to believe)

sabato 1 maggio 2010

Monaci silvestri nei monasteri della foresta ( terza parte)

Gli accademici sanno solo memorizzare e recitare col fine di superare gli esami, per poi continuare a memorizzare e recitare altro ancora. Ragionano solo in base a ciò che viene loro detto. Le loro menti non raggiungono mai la purezza, chiarezza e tranquillità. Dagli studi teorici o dalle scritture, si ottengono solo storie e informazioni. Per dirla con un linguaggio più gentile, si ottiene solo una mappa. In realtà costoro non riescono nemmeno ad ottenere la mappa. Conosco bene tutto ciò perché l'ho provato su me stesso. Ho frequentato l'intero corso di studi sul Dhamma, ho studiato la lingua Pali (la lingua in cui i testi del Buddhismo Theravada sono scritti), e fatto molte ricerche. Mi sembrava di ottenerne solo storie complicate - in gran parte nozioni mischiate e confuse - senza ottenere neppure una mappa. Coloro che parlano di borse di studio, di diventare esperti conoscitori di lingua Pali e Maestri di Dhamma, asserendo di avere una mappa, tutto ciò sono cose create, immaginate e organizzate da loro stessi.



In realtà, la vera mappa è molto più chiara di tutto questo. Dobbiamo attraversare, si deve arrivare da qualche parte, e ricevere "qualcosa" - adeguatamente e sufficientemente - al fine di conoscere la mappa corretta e veritiera. E'come se stessimo disegnando una mappa e dovessimo addentrarci in quel soggetto o area, al fine di poter disegnare la mappa. Se ci basassimo su mere ipotesi e sulla fantasia, sarebbe un pasticcio. Se provassimo a fare una mappa di tutto, ne verrebbe un casino enorme. Gli studiosi che hanno terminato i loro studi si ritroveranno alla fine con una mappa da studioso che è un vero casino. E'un pasticcio, perché il soggetto è stato spiegato erroneamente, ricordato erroneamente, insegnato erroneamente, e, in particolare, interpretato erroneamente. Chi lo sa che razza di mappa è quella. Queste mappe di tipo accademico basate sui libri di studio sono un casino perché sono completamente confuse.


Questa non è la nostra via. Faremo qualcosa, troveremo un metodo per condurre il cuore fino a quella città: la città della pace, lo stato di pace, la natura che è la pace. Questa è la scorciatoia rispetto alla mappa. Questa è la metodologia adottata dai monaci dei monasteri della foresta: continuare a cercare ed aspirare unicamente a rendere la mente tranquilla.

Restituire tutto

Note sulla pratica del lasciare andare
di Buddhadasa Bhikkhu

"Una buona immagine per descrivere lo stadio finale della pratica di Anapanasati (consapevolezza tramite il respiro)è il seguente: Per tutta la vita ci siamo comportati come dei ladri, impadronendoci di cose naturali che appartengono alla natura: i Sankhara. Le abbiamo rapinate e ce ne siamo appropriati come se costituissero il nostro sè, come se fossero nostre proprietà. Siamo dei ladri, e per questo dukkha ci punisce. Il dukkha o sofferenza è la punizione per i nostri continui furti e per l'attaccamento alle cose rubate, Ma, quando vediamo la vera natura delle cose mediante la pratica, lasciamo andare. Smettiamo di rubare. Restituiamo tutto quanto al vero proprietario: la natura.
Tutto appartiene alla natura. Non chiamate più niente "io" o "mio" !
Ecco come questa immagine può aiutare".