domenica 18 settembre 2011

Tempi Moderni


Il progresso mondano che chiamiamo "sviluppo",

Sembra così decadente al punto di essere in procinto di distruggersi,

O almeno di finire prima del previsto.

Provando sgomento, proviamo a protestare.

"Sviluppo accelerato" equivale a "suicidio accelerato"
Le risorse naturali distrutte rapidamente,
Si produce più del necessario,
Finché la confusione dominerà, non ci sarà alcuna pace.

Questo mondo si sviluppa materialmente ben oltre la sua saggezza,
dolenti, nessuno pensa ad estirpare la corruzione,
dell'inutile, folle corsa ad inseguire il progresso tecnologico.
Il più entusiasta, il più depresso, Mondo Progredito!


Developed World

The worldly progress we call "developed,"
looks more like decaying in order to die out,
or at least, ending faster than natural.
Feeling dismayed, we try to protest.


"Accelerated development" is like accelerated suicide,
natural resources are ruined in a rush,
 the results are more excessive than needed,
until total confusion reigns, peace totally lacking.


 This world develops materially far beyond its wisdom
Unsatisfied, nobody thinks of stripping away the corruption,
of high technology running amok unnecessarily.
The more excited, the more depressed -- developed world! 



sabato 17 settembre 2011

Il Sapore del Dharma

Sempre pronti a parlare del Dharma
Mai così sciatti nel comportamento.
Se vogliamo gustare in profondità il sapore del Dharma,
Come la pastorella esperta delle mammelle bovine,
Non parlare troppo del Dharma, ma praticalo realmente
Cosicché il cuore sarà intriso di comprensione gioiosa.
Quindi la mente sarà liberata attraverso il non afferrarsi ad alcunché
Questo è il modo di assaporare il gusto del Dharma.



Imbibing the flavor of Dhamma

Always so ready to talk about Dhamma
but ever so careless in how we behave.
If we want to drink deeply of Dhamma's flavor,
Like the milkmaid familiar with the cow’s udder,
Don't talk much about Dhamma but actually practice
So the heart is imbued with joyous understanding.
Then mind is freed through not grasping at anything
That’s how to drink the flavor of Dhamma.


http://www.suanmokkh.org/verse/96-99/feb-1997.htm

venerdì 16 settembre 2011

Il Valore della Moralità


"Un villaggio non ha strade; si può imputarlo a mancanza di moralità?". Si,la popolazione del villaggio è troppo egoista per cooperare o troppo pigra per lavorare; egoismo e pigrizia sono appunto problemi morali.
La mancanza di moralità balza all'occhio nell'odierno atteggiamento egoistico,nello sfruttamento di un individuo sull'altro,nelle contese tra gruppi in difesa di interessi di parte.
Quali sono le conseguenze della crisi della moralità nel mondo odierno? Che ci si accusa a vicenda di non occuparsi dei problemi della società. Si accusa la politica,l'economia e così via. Senza vedere la causa vera,la mancanza di moralità. Se anche il sistema politico fosse sano,uomini privi di moralità non possono essere governati. Le cose non funzionerebbero e non ci sarebbe sviluppo.

Ma che cosa si intende per moralità? La questione è stata oggetto di lunghi studi,ma troppe definizioni hanno portato solo grande confusione. Il concetto di morale è stato rivoltato in così tanti modi da diventare privo di significato,quasi assurdo: Frasi come "buona moralità pubblica"lasciano supporre che ci sia anche una cattiva moralità pubblica. Ma non esiste una morale buona e una morale cattiva. La morale indica di per sé ciò che è giusto, buono e ragionevole.

Altre volte la moralità è considerata in termini troppo ristretti o troppo ampi. Il suo vero significato,di coincidenza con la natura (dhamma-jati), è ignorato. Il riferimento è invece chiaramente espresso nel termine pali per moralità: sila. Sila significa normalità,equilibrio. Ciò che conduce all'equilibrio e non alla confusione è detto sila; e il dhamma(verità della natura,realtà) che induce tale stato è detto siladhamma.
Equilibrio non significa non esprimere,non parlare,non muoversi. Significa non essere in conflitto con alcuno,nemmeno con se stessi,non disturbare la propria pace mentale,non urtarsi con gli altri disturbandone l'equanimità.

Il valore della moralità deriva direttamente dalla natura. La natura ha leggi che dobbiamo seguire. Se non le seguiamo,ecco dolore e sofferenza. La natura ha le sue leggi. trasgredendole,trasgrediamo di fatto la moralità naturale,cioè non seguiamo i dettati della natura. Creiamo problemi al corpo e, peggio ancora alla mente.
La natura esige che la mente sia un certo modo per godere di equilibrio e benessere,e non rischiare squilibri. Il contrario dell'equilibrio mentale è follia. Le leggi naturali sono come le leggi morali (siladhamma),più profonde ancora. Chi segue soltanto le leggi degli oggetti materiali,dello stomaco e della carne,cade nello squilibrio. Trasgredisce la moralità naturale. Trasgredire la moralità naturale nel corpo causa malattia; nella mente,causa follia cioè la morte della mente. Individui o società che non seguono la moralità naturale perdono ogni valore.
Tratto da: Dhammic socialism,
Buddhadasa Bhikkhu.

martedì 6 settembre 2011

Le cose a cui ci afferriamo



L'insegnamento del Buddha accoglie la divisione tra l'aspetto fisico, materiale del mondo e l'aspetto immateriale o mentale. Quest'ultimo è ulteriormente diviso in 4 aspetti. Insieme,il livello fisico e mentale consta di 5 componenti,chiamati dal Buddha i 5 aggregati(khandha)che costituiscono il mondo di tutti gli esseri viventi,uomini compresi.

Il corpo rappresenta un unico aggregato,quello materiale;la mente comprende gli altri 4 aggregati.

Il primo degli aggregati mentali è la SENSAZIONE (vedana),che si presenta tripartita: piacevole o gratificante,spiacevole o frustrante,neutra. La sensazione neutra non è ne piacevole ne spiacevole ,ma nondimeno una forma di sensazione. La sensazione è sempre in atto. Il Buddha la indica semplicemente come un costituente dell'essere umano.
Il secondo aggregato mentale è la PERCEZIONE (sanna). E' il processo percettivo cosciente,Opposto alle modalità del sonno profondo,dell'incoscienza e della morte. Comprende tanto la percezione dei messaggi sensoriali che la memoria che vi si instaura; include la percezione immediata del contatto tra l'occhio,l'orecchio,il naso,la lingua o il corpo e un oggetto,e il confronto con le precedenti impressioni memorizzate. La percezione riconosce un oggetto come bianco o nero,lungo o corto,uomo o animale;sia nel fatto immediato sia ricorrendo retrospettivamente alla memoria.
Il terzo aggregato mentale è dato dai fattori mentali(sankhara) che si innestano sui processi precedenti. Stabilire di fare,decidere di dire,pensieri positivi e pensieri negativi: ecco il terzo aggregato mentale.
Il quarto aggregato è la COSCIENZA (vinnana). Il processo cognitivo di quanto avviene nell'occhio,nell'orecchio, nel naso,nella lingua,nel corpo e nella mente.
Questi 5 aggregati costituiscono l'oggetto,la presa per il desiderio e l'attaccamento. Ci si può aggrappare a uno qualunque dei gruppi considerandolo il proprio SE,secondo il grado di ignoranza.
***
Perché non vediamo i 5 aggregati nella loro vera natura? Al momento della nascita non avevamo alcuna esperienza delle cose. Crescendo,abbiamo sviluppato una conoscenza acquisita,mediata da quanto ci è stato insegnato. E ci è stato insegnato a vedere nelle cose una realtà intrinseca. Il senso primario e istintuale dell'identità personale,già presente alla nascita,si rafforza col passare degli anni. I pronomi personali del linguaggio (io,tu,lui,lei) rafforzano l'idea del se. "Questo è il signor X,quello è il signor Y. Questo è il figlio di X e quello il nipote di Y. Questo è il marito della signora tal dei tali,questa è la moglie del signor tal dei tali." Il linguaggio identifica nelle persone delle entità intrinseche. L'adesione al concetto di se rimane di conseguenza a livello inconscio,produce l'egoismo,e tutto il campo dell'azione ne viene influenzato. Sviluppando la visione profonda che riconosce la falsità di questa concezione,smetteremo di aderire a supposizioni egoiche quali il signor X o il signor Y,ricco o povero,uomo o animale, definizioni in cui vedremo soltanto parole e convenzioni sociali. Tale comprensione libera dall'inganno radicale. Analizzando il signor X,lo conosceremo come un composto di corpo,sensazione coscienza,pensiero e processi cognitivi. Questa comprensione ci affranca dalla verità relativa del mondo.

E' possibile approfondire ulteriormente l'analisi. L'aggregato fisico si può,genericamente,suddividere in 4 elementi: terra,acqua,aria e fuoco; o,più semplicemente,in carbonio,idrogeno,ossigeno e così via. Più analizziamo in profondo,meno ci inganniamo. Scendendo sotto la superfice non tr4oviamo nessuna "entità personale": solo componenti materiali e mentali. Vista in questa luce,la 'persona' scompare. La nozione di identità applicata al signor X o al signor Y si dissolve. Svanisce il concetto di mio figlio,mio marito,mia moglie. Considerando le cose alla luce della loro reale natura,non troviamo che elementi: terra,acqua,aria e fuoco;idrogeno e ossigeno;corpo,sensazione,percezione,fattori mentali e coscienza. Esaminando questi elementi più da vicino,ne scopriremo una proprietà comune:la VACUITA'. Per vacuità si intende l'assenza di un se. Terra,acqua,aria e fuoco si rivelano privi di realtà intrinseca. Tutto e tutti sono da considerarsi vuoti in questa accezione. Ciò fatto,i processi dell'attaccarsi e dell'afferrarsi non hanno più modo di instaurarsi. Si dissolvono,svaniscono,recedono senza lasciare traccia.
IL FRUTTO DELLA CONOSCENZA DELLA COMPRENSIONE E DELLA VISIONE PROFONDA DELLA VERA NATURA DEI 5 AGGREGATI ( 5 KHANDHA ) SI RISOLVE NELL'ABBANDONO DELL'ATTACCAMENTO.
Tratto da: "Prontuario per l'umanità," Buddhadasa Bhikku

domenica 4 settembre 2011

Poesia per L'umanità


Di Buddhadasa Bhikkhu

Dovremmo comportarci verso gli altri esseri umani pensando che essi...
Sono nati, invecchieranno, soffriranno e moriranno, come noi
Soffrono nella ruota dell'esistenza, del samsara,
vivono assoggettati al potere dell'afferrarsi, come noi,
Assoggettati al desiderio, alla rabbia e all' illusione, 
privi di attenzione, come noi,
Non avendo idea del perché sono nati, proprio come abbiamo non ne abbiamo idea,
A volte stupidi, come noi a volte siamo stupidi,
Indulgendo nei loro capricci, come noi  indulgiamo nei nostri,
Volendo essere buoni, magari anche importanti e famosi,
Sfruttando le opportunità di approfittare degli altri, come noi.
Essi hanno il diritto di essere pazzi, di ubriacarsi, di diventare ossessionati,
Sono persone normali che si aggrappano a questo o quello, come noi,
Essi non sono tenuti a soffrire o morire al nostro posto,
Sono i nostri concittadini, in ambito secolare e spirituale,
Si comportano a volte in maniera avventata, con non curanza, come noi,
Essi hanno il dovere di essere responsabili per le loro famiglie, non per la nostra,
Hanno il diritto di seguire i propri gusti, la propria idea di benessere,
Hanno il diritto di scegliere (anche la religione) ciò che più gli si addice.
Hanno il diritto ad una parte di risorse pubbliche pari alla nostra quota
Il diritto di essere pazzi, secondo il giudizio del mondo, come noi,
Il diritto di chiedere il nostro aiuto, la nostra pietà, e compassione,
Il diritto di essere perdonati
Il diritto di essere socialisti o liberali,
Di pensare a se stessi prima di pensare agli altri,
Essi hanno diritto di veder riconosciuto ogni diritto che noi stessi reclamiamo.
Se tutti pensassero in questo modo, il conflitto e la discordia non sorgerebbero.



Poem for Humankind
by Buddhadasa Bhikkhu
(Late Abbott of Wat Suan Mok)

Translated by Susan F. Kepner, University of California, Berkeley

We should behave toward our fellow human beings as if they...
Were born, and will grow old, suffer and die, like us
Enduring the wheel of existence, of samsara
Living under the power of attachments, like us
Subject to desire, rage, and delusion, and
Careless in their ways, like us
Having no idea why they were born, as we have no idea
Stupid in some things, as we are sometimes stupid
Indulging their own whims, as we indulge ours
Wanting to be good, perhaps prominent, even famous
Taking advantage of opportunities to take advantage of others, like us.

They have the right to be crazy, to get drunk, to become obsessed
They are ordinary people who cling to this or that, as we do
They are under no obligation to suffer or die in our place
They are our fellow citizens, in secular and spiritual realms
They behave sometimes in haste, carelessly, like us
They have the duty to be responsible for their families, not for ours
The have the right to their own tastes, their own definition of well-being
They have the right to choose (even their religion) to suit themselves
They have the right to a share of public resources equal to our share
The right to be insane, in the world's opinion, as do we
The right to seek our help, and pity, and compassion
The right to our forgiveness, depending upon the merits of the case
The right to be socialists, or liberals,
To think of themselves before they think of others
They have the right to every right we claim, to live in this world.
Could we all but think this way, conflict and discord would not arise.


martedì 26 luglio 2011

Comprendere il Non-Sé (Anatta)


Di Buddhadasa Bhikkhu

Riguardo al Non Sé, possiamo distinguere tre differenti interpretazioni; dovreste conoscerle tutte e tre, la comprensione del soggetto sarà poi più semplice.


La prima proposizione sostiene che esiste un Sé, e che questo sia esistente in modo sostanziale;


La seconda afferma che c'è un sé che è non-sé (anatta).


Il terzo punto di vista non crede in niente, dice che non esiste niente di tutto ciò;


Per favore esaminate questo argomento finché non avrete compreso chiaramente i tre insegnamenti su questo soggetto.
Un gruppo insegna l'esistenza, il sé (atman) come realmente esistente, al 100%. 
Un altro gruppo ( Il buddhismo )  insegna che c'è un sé che non è un sé,ma,un non-sé (an-atta).
Il terzo gruppo insegna che non c'è niente di niente,insegna la non esistenza.
Forse agli studenti piacerà ricordare i tre termini tecnici specifici:


Il primo termine è ATTA, c'è un atta (atman sanscrito) che è atta. 
Il secondo termine è ANATTA, c'è un atta che è un non-sé,ma un anatta. 
Il terzo termine è NIRATTA,senza alcun tipo di atta, il niente.

Un estremo afferma la piena esista del Sé; L'altro estremo asserisce che non c'è nessun tipo di Sé; La visione di Anatta, il sé che è un non-sé, non appartiene né all'uno né all'altro estremo, ed è la visione corretta.

Ci sono tre parole, ATTA, ANATTA e NIRATTA. Questi tre concetti differiscono completamente . Quando comprenderete il senso di queste tre parole comprenderete ogni cosa.

Il primo gruppo asserisce l'estremo positivo: Costoro credono che esista un Sé o anima nel suo significato più completo. Tale visione è detta SASSATADITTHI, la credenza nella piena esistenza del Sé;

Il secondo tipo è la via di mezzo. Esiste quella cosa che voi chiamate Sè,ma non è propriamente sostanziale, è anatta (non-se). Questo è il punto di vista della via di mezzo, quello corretto secondo il Buddhismo, ed è chiamato SAMMADITTHI;


Il terzo punto di vista sostiene che non ci sia nessun tipo di esistenza. Il Sé non esiste in alcun senso. Tale visione è detta NATTHIKADITTHI, l'estremo del nichilismo.

Sassataditthi è completa, immutabile esistenza; Natthikaditthi è nichilismo. Nel mezzo c'è la visione del buddhismo: Esiste quella cosa che tutti voi chiamate Sé, ma né tale Sé, né le sue parti vengono considerate come esistenti in maniera inerente.


Tutti i fenomeni sono anatta, non-sé. Proprio questa è Sammaditthi (giusta comprensione).
Un estremo è quello dell' eternalismo ed è errato, l'altro estremo è natthika,ed è ugualmente errato. Nel mezzo ci sono solo solo le cose che non dovrebbero essere considerate atta (sé),che sono anatta (non-sé). Questo è il punto che dovremmo particolarmente studiare e imparare.



domenica 29 maggio 2011

La Pratica in breve



La pratica del dhamma richiede molta intelligenza. per nostra fortuna il Buddha ha esposto la via insegnando le quattro basi della consapevolezza, fondate a loro volta sulla consapevolezza del respiro (anapanasati). Per raccogliere la mente dobbiamo avere un oggetto su cui focalizzare l'attenzione. tra i molti disponibili, l'oggetto migliore è il respiro. E' sempre con noi, non dobbiamo andarlo a cercare. la consapevolezza del respiro porta vigore fisico e felicità, e favorisce il vigore mentale necessario al corretto uso della mente. Inoltre è una pratica profonda e gentile, senza le valenze disturbanti o intimorenti riscontrabili in altre pratiche. 

iniziamo prestando attenzione a ogni inspirazione ed ogni espirazione, senza lasciare che la mente divaghi. Concentrarci correttamente sul respiro richiede tempo. Se la pratica è corretta, corpo e mente si calmeranno all'unisono. Sorgerà una nuova sensazione di pace e felicità, altissima e gratificante forma di piacere.

Passo successivo è trascendere questo piacere raffinato, in quanto anch'esso impermanente, doloroso e privo di sé; quindi illusorio ( maya). Esaminando questo piacere, le sue cause, la sua fine, i suoi elementi costitutivi e la sua vacuità, abbandoneremo ogni attaccamento specifico.

Quindi portiamo l'attenzione alla mente,osservando la ridda di sollecitazioni a cui la mente cuore è sottoposta: Avidità, odio, illusione, fatica, distrazione eccetera. Prendiamo consapevolezza di tutti i contenuti mentali. Così potremo comprendere la mente e vincere le contaminazioni.


Una volta perfezionata la pratica sugli stati mentali, passiamo allo stadio successivo: L'osservazione del saccadhamma, la verità che bisogna conoscere, esaminando tutto ciò che sorge con ogni respiro. Osserviamo la comune impermanenza, la cessazione delle contaminazioni e della sofferenza ( cioè dell'Io-Mio), le cause e le condizioni di tale cessazione. Osserviamo come la mente abbandona gli attaccamenti. Insieme, questi passi sono sufficienti per portare la sofferenza alla sua fine. Non occorre dedicarsi a studi filosofici o psicologici, che portano solo confusione e altre forme di sofferenza.